Per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, è stato scelto il 25 novembre. Una giornata importante, nota ai più, ma forse non tutti conoscono la storia che c’è dietro questa data. Ve la raccontiamo noi: dal 1930 al 1961, migliaia di persone furono incarcerate, torturate e assassinate sotto la dittatura di Rafael Leonidas Trujillo, nella Repubblica Dominicana. Ma tre donne guidarono una rivoluzione segreta e con la loro forza e il loro coraggio ispirarono tutto il mondo. Un pezzo di storia drammatica che l’ONU ha inteso assumere come simbolo ispiratore per tutte le iniziative che possono e devono essere introdotte perché episodi di questo genere non accadano mai più.
Le sorelle Mirabal, Patria, Minerva, María Teresa e Dedè, vivevano con la loro famiglia a Ojo de Agua, nella Repubblica Dominicana, durante la feroce dittatura di Trujillo. Appartenenti a una famiglia colta e benestante, le sorelle erano donne estremamente intelligenti e consapevoli della situazione di oppressione che il dittatore esercitava sul popolo. Mentre Dedè si teneva lontana dalla politica, Minerva, Patria e María Teresa decisero di impegnarsi attivamente per cambiare il loro paese. La loro vita sarà però continuamente vessata da una vera e propria persecuzione che saranno costrette a subire per volontà di Trujillo. Nel 1949, durante una festa organizzata da Trujillo in onore di San Cristobal, il dittatore cercò di sedurre Minerva. Ma lei rifiutò le sue avances e lo affrontò apertamente, sostenendo le proprie convinzioni politiche. Questo gesto venne considerato un affronto insopportabile dal dittatore, che fece incarcerare il padre delle ragazze e confiscare le loro proprietà. Nonostante questo, le tre sorelle si sposarono, ebbero dei figli e Minerva continuò i propri studi, laureandosi con il massimo dei voti presso la facoltà di Diritto dell’Università di Santo Domingo. Fu una delle prime donne del paese a laurearsi in legge, ma le fu negata l’autorizzazione a praticare. Questo episodio, e tutto ciò che di tragico era legato allo spietato governo esercitato da Truijllo, spinse le 3 sorelle Mirabel, e più avanti anche i loro mariti, a militare attivamente nella lotta clandestina alla tirannia, fondando il “Movimento 14 giugno” con il nome in codice di “las Mariposas“,LE FARFALLE. Nel gennaio del 1960 il Movimento venne però scoperto da Trujillo, il quale perseguitò e incarcerò i suoi partecipanti. Molti rivoluzionari, incluse Minerva e Maria Teresa, e i loro mariti furono arrestati, ma dopo qualche tempo le donne furono rilasciate. Fu proprio il 25 novembre 1960 che la storia cambiò: le tre sorelle salirono con l’inganno su una jeep, convinte di dover incontrare i loro mariti ancora detenuti. Ma il veicolo venne fermato dai servizi segreti di Trujillo, che uccisero brutalmente le donne. Dopo aver rimesso i loro corpi nell’auto, questa venne gettata in un dirupo per simulare un incidente stradale. La notizia di questo “incidente” si diffuse rapidamente, ma nessuno dubitò per un attimo che dietro ci fosse Trujillo. Le sorelle sapevano di essere costantemente in pericolo. Una frase di Minerva, in particolare, è rimasta nella memoria: “Se mi ammazzano, tirerò fuori le braccia dalla tomba e sarò più forte.” Questo suo desiderio si avverò. La notte del 30 maggio 1961, sette cospiratori organizzarono un’imboscata e assassinarono il feroce dittatore Trujillo.
Questa è la storia che fa del 25 novembre il giorno del ricordo dedicato alle tante “farfalle” che, come le sorelle Mirabal, hanno sacrificato la propria vita battendo le ali verso la libertà. Milioni di donne oggi, sono vittime di violenze domestiche, schiavizzate in matrimoni forzati, comprate e vendute per alimentare il mercato della prostituzione, violentate come trofei di guerra, molestate sul luogo di lavoro, uccise. Donne umiliate, maltrattate, lese nell’autostima o ancora ostacolate nel raggiungimento dell’indipendenza economica, per poter decidere liberamente e autonomamente della propria vita. E sempre più spesso a infliggere la violenza sono padri, mariti, compagni, amici o conoscenti. Nel caso delle Mirabal la violenza è stata utilizzata come conseguenza per punire le loro diverse opinioni e ideali, la loro ricerca della libertà di parola e di azione, la loro volontà di indipendenza, oggi giorno invece i motivi principali per cui le donne subiscono atti violenti sono litigi in situazioni familiari o di coppia, o molto spesso subiscono aggressioni da sconosciuti e tanti vogliono far credere con ignoranza che in fondo sia “colpa loro”, che “se la siano cercata”. Ma in fondo, aldilà di quali siano le motivazioni che la spingono, la violenza di genere è da sempre un atto orribile di codardia e ignoranza che viene messo in atto per punire le donne di una colpa inesistente. Proprio per questo, la scelta di celebrare la Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne il giorno della morte delle sorelle Mirabal non è casuale, perché loro sono per eccellenza testimoni di cosa significhi la violenza di genere.
Oggi, Giulia Cecchettin, Alessandra Matteuzzi e Giulia Tramontano rappresentano solo la punta dell’ iceberg. Le donne maltrattate e uccise ogni giorno nelle loro case sono più di quanto si possa immaginare. Ormai, purtroppo, recuperare le centinaia di vite perdute non è più possibile, ma salvare quelle in pericolo si, ed è un qualcosa che dobbiamo fare tutti, cominciando da poche e semplici mosse: imparare a cogliere segnali specifici, mostrarsi aperti all’ascolto, lasciare aperta la nostra porta e non esitare ad intervenire. A questo è servito il sacrificio di Patria, Minerva e Maria Teresa, a far capire che quella non era la realtà, che potevano essere artefici del loro destino e battersi per ciò che volevano. Questo hanno insegnato alle generazioni seguenti, a non piegarsi più di fronte alle disuguaglianze e alle violenze di genere, ma alzare la voce e combattere. E noi, La Casa Dei diritti, combattiamo ogni giorno contro la violenza e contrastiamo qualsiasi tipo di prevaricazione sociale. In questo contesto, l’associazione “La Casa dei Diritti” gioca un ruolo cruciale, aderendo con determinazione alla rete di contrasto alla violenza di genere. Ogni giorno, attraverso un importante lavoro di sensibilizzazione, supporto e tutela delle vittime, l’associazione contribuisce a rafforzare la lotta contro questa piaga sociale. Il suo impegno costante nel fornire assistenza legale, psicologica e sociale dimostra che, insieme, possiamo spezzare il ciclo della violenza e promuovere una cultura di rispetto, pari opportunità e solidarietà. Solo attraverso azioni concrete potremo sperare di eliminare definitivamente la violenza di genere e costruire un futuro dove ogni individuo possa vivere senza paura.
Per tutte le donne uccise, per le sorelle Mirabal
Mariagrazia Lanzone
La Casa Dei Diritti numero verde (800.661.501)