Me lo sono ripetuto tante volte negli ultimi mesi quando sentivo le discussioni tra loro, tra i miei genitori, discussioni nate dal fatto che mamma voleva che papà fosse più attento, disponibile a discutere delle cose della vita quotidiana, disponibile a commentare un articolo di giornale o disponibile ad uscire per vedere un film, un film di quelli “importanti”, come diceva lei.
Papà preso dal lavoro in azienda , non si era accorto che lei si sentiva trascurata e aveva ceduto alle attenzioni di un altro , un impiegato che lavorava in banca , con il quale si scambiavano i libri e le riflessioni sui tempi diversi da quelli della quotidianità familiare.
Assieme si sono recati dall’avvocato e li c’ero anch’io .
Assieme hanno deciso la loro separazione.
“E’ una consensuale”, dicevano , “vedrai che tutto sarà come prima.
Dall’avvocato portarono anche me ,che avevo meno di dieci anni , per convincermi che tra loro le cose non erano così conflittuali, non erano così negative.
Quando si è trattato di scegliere “ la casa “ per me e mio fratello, mamma e papà non ci hanno messo più di due secondi per decidere che avremmo cambiato paese , per andare a vivere nella città dove il nuovo compagno di mamma viveva e lavorava in banca .
“Le cose si sistemeranno in fretta” , vedrete, diceva mia madre, ”con l’ingresso nella nuova classe della nuova città, potrete conoscere tanti amici e non rimpiangerete il paese dove siete cresciuti sino ad ora.”
Guardavo papà , papà che restava “in paese” , che restava a “casa nostra” e avrei voluto tanto dirgli “anch’io voglio rimanere a casa , anch’io voglio restare li’ , in paese , con i compagni di infanzia , con i compagni di scuola, con gli zii , con i nonni” , ma papà non incrociava il suo sguardo con il mio , non mi capiva , o forse non voleva capirmi.
Mamma e papà hanno deciso in un paio di ore la mia vita futura e quella di mio fratello senza batter ciglia , poi si sono accapigliati .. se ne sono dette di tutti i colori quando si è trattato di dividersi il servizio dei piatti buoni e l’aspirapolvere Folletto.
Hanno ricordato entrambi, dai rispettivi punti di vista, che il servizio dei piatti era un regalo del fidanzamento e che ,invece, la Folletto era stata acquistata a rate “ con tanto sacrificio “ .
Io mi sono sentito un essere piccolo piccolo:i miei desideri, la mia vita , i miei compagni di scuola, la mia cameretta e tutto quello che mi legavano al paese, il mio “IO“era meno importante di un servizio di piatti buoni e di una vecchia Folletto.
Dalle “confidenze di un fanciullo i cui diritti sono stati calpestati”