La nostra associazione, nella persona della presidente Laura Venittelli, ha partecipato a Tirana, all’incontro che si è svolto sabato mattina, 3 settembre, presso il Museo nazionale di Storia, “Sala Unesco”, organizzato da “Partia Qytetare Shqipratare” in collaborazione con “Partia personave me Aftesi te kufizuar te Shquiperise”.
Dire sì alla democrazia significa innanzitutto occuparsi delle persone più deboli, di chi ha bisogno, di chi si trova in condizioni di sofferenza. Significa lottare contro la corruzione, per la giustizia sociale, per i diritti di cittadinanza, per il lavoro, la parità di genere, un’informazione libera ed indipendente. Significa costruire benessere per tutti e un futuro che stia dentro l’orizzonte del progresso civile. Sono questi i concetti che la nostra associazione ha portato a Tirana, in occasione dell’incontro che si è svolto sabato mattina, 3 settembre, presso il Museo nazionale di Storia dell’Albania, “Sala Unesco”, organizzato da “Partia Qytetare Shqipratare” in collaborazione con “Partia personave me Aftesi te kufizuar te Shquiperise”. Al centro del convegno i temi di maggiore attualità economica e politica, l’attuazione della convenzione dei diritti umani, le elezioni locali del 2023, il rafforzamento dei rapporti tra Italia e Albania visti gli sviluppi dei flussi migratori ed economici, l’uso della tecnologia, l’innovazione burocratica. E naturalmente l’adesione dell’Albania all’UE.
“L’allargamento degli Stati facenti parte della Unione europea è uno dei più efficaci strumenti di politica estera dell’Ue, poiiché contribuisce a estendere la diffusione dei valori fondamentali dell’Unione, quali la libertà, la democrazia, lo Stato di diritto, la costruzione della pace e il rispetto dei diritti umani e della dignità. La prospettiva che l’Albania diventi uno Stato membro sulla base del merito è nello stesso interesse politico, economico e di sicurezza dell’Unione” ha dichiarato aprendo il suo intervento la presidente Laura Venittelli .
Venittelli ha ricordato la necessità per l’Albania di compiere “importanti innovazioni in diversi settori fondamentali, a partire dallo Stato di diritto e dal funzionamento delle istituzioni democratiche, in primo luogo del settore giudiziario, rafforzando la democrazia e contrastando la corruzione, la criminalità organizzata, assicurando la libertà dei media e garantendo la protezione dei suoi cittadini, superando ogni forma di discriminazione”.
“ Per raggiungere questi obiettivi -ha aggiunto- è opportuno puntare sul buon funzionamento delle istituzioni democratiche del Paese, che significa trasparenza e pluralismo, nonché garanzia della partecipazione attiva nella società civile e nel dibattito politico”.
L’Albania deve avere il coraggio e la forza di cambiare, dunque. Ma cambiare, ha sottolineato Venittelli ,“significa che la politica deve lavorare per il bene dei suoi cittadini, rispettando il principio di buona efficienza della Pubblica amministrazione, ma anche di uguaglianza, libero pensiero da poter manifestare, e di buon funzionamento degli organi giudiziari, attraverso una magistratura autonoma che sia garanzia nel mondo del lavoro e riconoscimento delle pari dignità delle donne, ma anche pari opportunità. Sono temi prioritari in Europa e anche l’Albania dovrà battersi su questo, ad esempio affinché i disabili possano entrare nelle scuole, essere sostenuti con insegnanti specializzati e possano avere una vita libera e dignitosa anche dopo la morte dei genitori o dei familiari, che si occupano di loro con una legge importante che si chiama “Dopodinoi”.ù
“Io sono qui per spingervi a battervi sempre di più sui valori che portate avanti e mi viene da dire che con noi tutti gli albanesi potranno affermare ogni giorno “Sì alla democrazia” ha aggiunto la presidente della nostra Associazione. Che ha concluso “La Casa dei Diritti si batte per questo, sempre, e se mi avete voluto qui, un motivo ci sarà. Ai connazionali presenti va il mio sincero saluto, ricordando che a luglio è stata siglata una importante convenzione il tra Governo italiano e quello albanese. Dare fiducia alle forze politiche che hanno ottenuto questo risultato e che sono poi le stesse che credono nell’Europa è segno di attaccamento ai valori di cui abbiamo parlato prima”