Le Nazioni Unite hanno ideato una lista di obiettivi globali da raggiungere entro il 2030, il suo conseguimento avrà il fine di supportare lo sviluppo sostenibile a lungo termine. L’obiettivo 12 è quello di ridurre lo spreco produttivo e dimezzare quello del consumo: un terzo del cibo prodotto viene buttato, soprattutto durante le catene di produzione, ma anche lo spreco domestico non è da meno.
Purtroppo, lo scorso anno si è fatto un passo indietro: ad oggi lo spreco medio giornaliero è salito, quasi 90 grammi per individuo; aggiungendo a questo dato anche lo spreco di filiera (gran parte del cibo viene buttato in questa fase) si inizia a capire che la situazione sta diventando davvero grave.
Come se non bastasse, anche i dati riguardanti l’accesso al cibo sano e sostenibile non sono rassicuranti, con un netto calo del 4% in un solo anno, con sempre meno italiani che si preoccupano per lo spreco e un tenore di vita sano.
Questi dati sono stati pubblicati su sprecozero.it, campagna di sensibilizzazione supportata dall’università di Bologna e dall’agroeconomista Andrea Segrè. È per merito loro se ogni 5 febbraio l’Osservatorio Waste Watcher International pubblica una nuova indagine riguardante gli sprechi alimentari, le tendenze alimentari domestiche e i principali fattori di rischio per l’obiettivo prestabilito dalle Nazioni Unite.