La nostra associazione ha presentato ieri in conferenza stampa una diffida contro il presidente Toma, intimandogli di non chiudere il punto nascita ed il servizio di emodialisi dell’ospedale San Timoteo di Termoli.
“Da sempre ci battiamo affinché ai molisani, che non possono essere considerati cittadini di serie B, sia garantita una sanità efficiente e presente sul territorio” afferma la presidente Laura Venittelli. “ Siamo consapevoli che la nostra regione sia commissariata dal 2007 per debiti sanitari, ma quello che colpisce è che, nonostante le tante risorse arrivate con l’emergenza Covid che avrebbero potuto e dovuto risanare almeno in parte la situazione, abbiamo ancora un deficit esagerato”. “Non possono essere i cittadini a pagare per le inefficienze dell’amministrazione regionale” aggiunge Venittelli.
“In particolare -specifica la presidente della Casa dei Diritti- per quel che riguarda il San Timoteo il nuovo Programma Operativo della sanità doveva rimettere le cose in sicurezza con assunzioni di emodinamisti, doveva creare una rete del 118 moderna, con attrezzature adeguate. E soprattutto doveva preservare il punto nascita, come da sentenze del 2021 e 2022. Invece, nonostante le richieste formulate dal tavolo ministeriale tecnico tenutosi lo scorso 3 agosto del 2022, il governatore Toma non ha intrapreso a quanto ci risulta alcuna azione a riguardo, ed anzi si è lanciato in immaginifiche esternazioni circa la nascita di un non meglio precisato ‘centro materno’, di fatto un mega consultorio dove le donne possano andare solo prima e dopo il parto, che non risolve ed anzi aggrava il problema del punto nascita. Per questo lo abbiamo diffidato, dicendogli che se toccherà il punto nascita ci rivolgeremo alla Procura”.
“Gli ospedali molisani si trovano in questo stato perché mancano 1280 figure. Mancano soprattutto i primari nei più importanti reparti. Ma chi ci viene in Molise con questa disorganizzazione, con un progetto senza futuro? E allora noi continueremo a diffidare Toma affinché venga garantito alle persone il diritto di potersi recare negli ospedali per curarsi” conclude Venittelli.