Venittelli: “impensabile: ci batteremo per il riconoscimento del diritto alla cura.
Gli ultimi dati sulla sanità in UE diffusi da Eurostat non lasciano spazio a dubbi: in tutti i Paesi UE, negli ultimi 12 anni, si è assistito ad un taglio drastico dei posti letto disponibili negli ospedali. Una tendenza che ha solo rallentato a partire dal 2014.
Ovunque, ma non in Italia, dove, nonostante già nel 2010 si avesse una disponibilità inferiore rispetto alla media europea, il calo è stato più pronunciato. Tanto che se 12 anni fa, tra noi e il resto dell’Europa c’era una differenza di circa 210 posti letto ogni 100mila abitanti, nel 2019 questo dato è salito addirittura a 215,6.
Naturalmente se si scompone il dato a livello territoriale, viene fuori che le regioni meridionali (tranne la Sicilia) sono quelle che se la passano peggio.
E tra queste il Molise primeggia in maniera drammatica.
Nella nostra regione infatti il calo del numero di posti letto in ospedale, tra 2010 e 2019, è stato più pronunciato che in tutte le altre regioni d’Italia, passando da 1.381 posti letto nel 2010 ad appena 907 nel 2019 (con un calo del 34,3%).
A seguire, la Calabria, passata da 6.324 a 4.723 letti (-25,3%) e la Puglia (-21,5%). La Sicilia rappresenta invece un’eccezione, con un calo di entità minore rispetto alla media nazionale (-8,9%). Per il resto, sono tutte settentrionali le regioni che hanno registrato i cali più contenuti – anche se la prima in questo senso è l’Umbria (-0,2% per 6 posti in meno).
“La riduzione dei posto letti e la chiusura degli ospedali nelle aree periferiche del Paese è il frutto della strategia dei tagli lineari che ha portato il legislatore nazionale ad imporre la riduzione dell” offerta sanitaria ( ai minimi termini) per favorire , a tutti i livelli, il principio del pareggio di bilancio” afferma Laura Venittelli, presidente dalla Casa dei Diritti. “Per anni, anche i giudici della Corte Costituzionale, hanno ribadito che l” offerta sanitaria doveva adeguarsi, nelle nostre regioni, alle risorse a disposizione, risorse che nel Molise erano sempre meno e vincolate ad una rivisitazione dell” offerta sanitaria che portava ( complice la legge Balduzzi) alla chiusura di due ( quasi tre) ospedali su 6 ed alla ” soppressione ” di interi reparti, compresi quelli salvavita” sottolinea Venittelli.
“Oggi i Molisani , e la casa dei diritti se ne fa portavoce, chiedono a gran voce di vedersi riconosciuto il diritto alla salute e per tale motivo NON vogliono rinunciare ai reparti salvavita ( che la legge Balduzzi ed in Commissario Presidente della Regione, piegato alle logiche di questa assurda disposizione normativa, vogliono, invece, negare “) conclude la presidente della Casa dei Diritti. “Per questo ci stiamo battendo, per la garanzia di emodinamica nel territorio del Basso Molise davanti al Consiglio di Stato, per la conservazione del Punto Nascita a Termoli e per la salvaguardia della rete dell’emergenza urgenza (negli ospedali di Isernia e Cb) in tutta la regione. Siamo siamo pronti a sfidare battaglia anche sui prossimi provvedimenti del Commissario Presidente laddove non rispondenti alle esigenze di salute dei molisani”