Sara è una ragazzina di 14 anni, vive a Roma, dove frequenta il primo anno di liceo. Sin dall’inizio dell’anno scolastico è oggetto delle aggressionni verbali fatte un suo compagno di classe, che puntualmente, ogni volta che la incrocia, altro non fa che ripeterle che “puzza”, che “non si lava”, che “fa più schifo di un maiale”.
Piano piano Francesco, questo è il nome del ragazzo che la offende quotidianamente convince anche gli altri compagni di classe ad additare Sara come la “puzzola” della classe. Nessuno vuole più giocare con Sara, nessuno vuole più fare i compiti con Sara, nessuno vuole più stare al banco con Sara. Inizia così un isolamento forzato, che durerà fino a primavera inoltrata. Il rendimento scolastico di Sara scende, la ragazza inizia ad avere atteggiamenti depressivi.
I professori non si accorgono di nulla, o forse sanno ma non hanno gli strumenti per intervenire e arginare il fenomeno. I genitori di Sara, invece, si accorgono del dramma che sta vivendo la figlia grazie ad un diario, dove Sara raccoglieva le lacrime di ogni sua triste giornata a scuola. Grazie a quel diario la mamma ed il papà di Sara sono potuti intervenire a protezione della figlia.